Pubblicato in: Rock e Punk

La puntura rock degli Scorpions: gli esordi

di Roberto Vanazzi 27 aprile 2012
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Dal momento in cui è nato, l’heavy metal ha diviso in maniera più o meno equa il proprio mercato tra band americane e inglesi. Tra i primi gruppi a spezzare questa egemonia ci sono i tedeschi Scorpions, che si sono inseriti di diritto tra i più importanti precursori del genere.

LA NASCITA DEGLI SCORPIONS E I PRIMI LAVORI

Gli Scorpions si sono formati ad Hannover nel lontano 1965, grazie a Rudolf Schenker. All’inizio il gruppo ha vissuto di riflesso le mode musicali anglosassoni, creandosi un discreto seguito locale finché, nei primi anni ’70, la line-up si è assestata con l’ingresso del chitarrista Michael Schenker, fratello di Rudolf, del singer Klaus Meine, del batterista Wolfang Dziony e del bassista Lothar Heinberg.

Nell’aprile del 1971 è uscito Lonesome Crow, album d’esordio della band teutonica. Il lavoro, che ha ricevuto una tiepida accoglienza da parte della critica, presenta un sound ancora grezzo, intriso di rock progressive, come dimostra la title track, un brano che, con i suoi 13 minuti, è il più lungo inciso dagli Scorpions.

Nel giugno 1973 del gruppo che aveva registrato Lonesome Crow erano rimasti solo Rudolf Schenker e Klaus Meine. Il colpo più duro, probabilmente, è stato l’abbandono di Michael Schenker, emigrato in Inghilterra per unirsi agli UFO. Gli Scorpions hanno faticato parecchio a ricompattarsi, ma con l’arrivo del’ottimo chitarrista Ulrich Roth, del batterista Jurgen Rosenthal e del bassista Francis Buchholz, sono riusciti a rientrare in carreggiata sino a pubblicare, nel 1974, Fly To The Rainbow.

Il disco sposta il tiro verso un hard rock energico e solido, mai udito prima da una band tedesca. Esso presenta brani di notevole fattura, decisamente rock, ma con melodie orecchiabili, quali la stessa Fly To The Rainbow, Speedys Coming e Drifting Sun, quest’ultima scritta e cantata da Roth.

Nel 1975 è uscito In Trance, con un nuovo produttore, Dieter Dierks, e un nuovo batterista, il belga Rudy Lenners. Il disco ha stabilizzato una volta per tutte il sound della band e annovera nella track list pezzi diventati famosi: Dark Lady, che ci fa ascoltare ancora una volta la voce di Roth, Top Of The Bill, Robot Man, la semi-ballad In Trance e la cupa Living & Dying.

L’anno successivo i cinque sono partiti per un tour in Giappone, Paese da sempre sensibile al rock duro, che ha fatto da trampolino di lancio verso il successo internazionale del gruppo.

Virgin Killer, datato 1976, ha ottenuto un buon successo commerciale e ha fatto guadagnare alla band il suo primo Disco d’Oro. I pezzi migliori sono Pictured Life, Crying Days, Catch You Train e Backstage Queen, della coppia Schenker/Meine, quindi Polar Nighs e Virgin Killers composte da Ulrich Roth.

Nel 1978, dopo l’arrivo del batterista Herman Rarebell, è stato Taken By Force a portare la band in cima alle classifiche, questa volta anche negli States. Il pezzo migliore, a mio parere, è We’ll Burn The Sky, seguito a ruota da He’s a Woman She’s a Man, Steamrock Fever, Sails Of Charon, quest’ultima di Roth, e dalla ballad Born To Touch Your Feellings, la madre di tutti i lenti targati Scorpions degli anni a venire.

Dello stesso anno è il bellissimo Tokyo Tapes, il doppio live che ha finalmente imposto il gruppo tedesco all’attenzione dei metallari di tutto il mondo, nel quale Meine si prodiga a cantare anche in giapponese, nella tradizionale Kojo No Tsuki.

GLI ANNI ’80 E LA FAMA MONDIALE

Alla fine dello stesso anno Roth ha lasciato la band e in formazione è arrivato Mathias Jabs. Intanto un nuovo contratto con la EMI ha portato, nel 1979, a Lovedrive, dove si è fatto sentire anche il rientro alla base di Michael Schenker, dimissionato dagli UFO per problemi di salute. La sua presenza, però, è risultata problematica: il chitarrista, infatti, resta ricoverato in ospedale alcuni mesi a causa di disturbi mentali. Riapparirà sulle scene mondiali nel 1980 con il suo Michael Schenker Group.

Con Lovedrive, intanto, gli Scorpions avevano ridefinito il loro sound, grazie a brani più trascinanti ed essenziali, dove l’aspetto melodico era diventato più rilevante rispetto alla media dei loro colleghi metallari. Il disco, manco a dirlo, ha veleggiato tra le parti alte delle classifiche. Tra i brani sono da citare Lovin You Sunday Morning, le dure Another Piece Of Meat e Can’t Get Enough, la power ballad Always Somewhere, la strumentale Coast To Coast, la reaggeggiante Is There Anybody There e, soprattutto, Holiday, un bellissimo lento dalla struttura progressive.

Mathias Jabs è stato a quel punto confermato quale chitarrista della band al posto dell’inaffidabile Michael Schenker, e nell’aprile del 1981 è arrivato nei negozi Animal Magnetism, che ha proseguito il discorso di Lovedrive, anche se la critica lo ha accolto piuttosto gelidamente. L’heavy metal radiofonico, cui il gruppo tedesco era ormai votato, è udibile in pezzi quali Make It Real, Don’T Make No Promises e Falling In Love. I brani più belli sono, senza ombra di dubbio, la progressiva The Zoo e la ballad Lady Starlight, che presenta nel finale un ottimo assolo di chitarra.

L’APICE DEL SUCCESSO

Le parti vocali di Black Out, del 1982, dovevano essere cantate da Don Dokken. Klaus Meine, infatti, ha dovuto subire proprio in quel periodo due interventi per un polipo alle corde vocali ed è rimasto in convalescenza sette mesi. Ma proprio quando sembrava fatta per l’ingresso in squadra del leader dei Dokken, il tedesco è rientrato nei ranghi dimostrando di potere sostenere tutte le parti vocali del nuovo disco e del seguente tour.

Black Out ha raggiunto la Top 10 americana, guadagnando il Disco di Platino. Le tirate Dynamite e Black Out, l’orecchiabile No One Like You e la ballad When The Smoke Is Going Down sono i pezzi più pregiati di una scaletta che annovera anche Arizona, la veloce Now e Can’t Live Without You.

All’inizio del 1983 è stato Hermann Rarebell ad essere ricoverato in una clinica svizzera per disintossicarsi dall’alcool. Il batterista è tornato come nuovo per registrare quello che sarebbe diventato il disco di maggior successo degli Scorpions: Love At First Sting. L’album è un ottimo esempio di Heavy Metal melodico ed è uno dei più venduti nella storia del rock. Bad Boys Running Wild, Rock You LIke A Hurricane, Big City Nights, Coming Home, I’m Leaving You, la marziale Crossfire e la stupenda power ballad Still Lovin’ You (della quale abbiamo parlato nell’articolo dedicato alle power ballads) sono canzoni immortali che hanno contribuito a far si che Love At First Sting sia annoverato tra i capolavori del genere.

Era quello il momento di massimo splendore degli Scorpions, prima band tedesca di hard rock a suonare tre concerti consecutivi di fronte a 60.000 fans al Madison Square Garden di New York, segno che avevano finalmente scalato l’Olimpo del rock. Il gigantesco tour, che si è protratto sino alla primavera del 1985, ha compreso anche l’immenso primo Festival di Rio, nel gennaio 1985. Il tutto è stato sintetizzato nello splendido doppio album World Wide Live.

 

Per approfondire la storia degli Scorpions:

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