Pubblicato in: Rock e Punk

I Kiss: il volto mascherato dell’Heavy Metal (II)

di Roberto Vanazzi 7 novembre 2012
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Negli anni ’80, con l’Heavy Metal sempre più in auge grazie alla spinta delle nuove band inglesi, i Kiss sono andati controtendenza e hanno realizzato Unmasked, il loro lavoro fino a quel momento più Disco. Lo scopo era quello di seguire il successo di Dynasty, ma così non è stato. Vi sono, a dire il vero, dei buoni brani, come Naked City, Is That You, Two Sides Of The Coin e la ballad Shandi.

Nel video di quest’ultima appare per l’ultima volta Peter Criss. Il batterista, come già accaduto nel disco precedente, appare sulle note di copertine, ma ha suonare è ancora una volta Anton Fig. Il ricordo che ho di questo lavoro è proprio quello delle grandi rullate di batteria: le si ascoltano in Talk To Me, Two Sides Of The Coin e anche nel finale di Shandi. A sostituire definitivamente Criss, nel giugno dell’80 è stato quindi Eric Carr (Paul Charles Caravello), il quale ha scelto come look di scena un trucco da volpe.

Nel 1981 il gruppo ha realizzato un ambizioso concept album, Music From The Elder, ideato come colonna sonora per un film mai apparso sugli schermi. Il lavoro, molto sperimentale e lontano anni luce dallo stile dei Kiss, risulterà essere il meno venduto.

Nel 1982 Ace Frehley è stato allontanato dal gruppo a causa della sua dipendenza da alcool e droga. Egli tuttavia compare ancora sulla copertina del nuovo album Creatures Of The Night, anche se le parti di chitarra erano state affidate a Vinnie Vincent (Vincent Cusano) e in un brano (Danger), a Bob Kulick. Lontano dai Kiss, Frehley ha fondato il gruppo glam metal Frehely’s Comet.

Da un punto di vista musicale Creatures Of The Night vede un ritorno all’hard rock precedente a Dynasty. Vi sono brani tirati e pesanti, come la title track, War Machine, Rock’n’Roll Hell e Saint and Sinner, una bellissima power ballad, I Still Love You, e un brano corale come I Love It Loud, che dal vivo suona una meraviglia. Purtroppo, a causa dei flop degli ultimi lavori, il pubblico è rimasto inizialmente scettico nei confronti del gruppo e il disco ha venduto poco. In seguito, però, è stato rivalutato e salutato come uno dei migliori della band di New York City.

Via la maschera

A quel punto i Kiss hanno deciso di abbandonare il make up e di presentarsi al pubblico con i loro volti. Il primo disco “senza trucco” è stato Lick It Up, dove oltre al nuovo look si nota anche un cambio di stile musicale. Questa volta a farla da padrone è il pop metal. Del disco sono da citare Exciter, Lick It Up, A Million To One e Not For The Innocent.

Alla fine del Lick It Up Tour, Vinnie Vincent se n’è andato a causa di dissapori con la coppia Simmons-Stanley. In sua sostituzione è arrivato Mark St.John. Con quest’ultimo i Kiss hanno pubblicato Animalize, disco che si presenta più duro rispetto al precedente, grazie a brani come la stupenda Heaven’s On Fire, I’ve Had Enough (Into The Fire, Under The Gun e Burn Bitch Burn. È questo un ottimo disco, senza punti deboli, con pochi fronzoli, tirato e orecchiabile al punto giusto, tanto da essere premiato con il doppio Disco di Platino.

Mark St.John ha lavorato solo in questo album. A causa della sindrome di Reiter da lui contratta, infatti, il chitarrista è stato costretto ad abbandonare le scene. Nella line-up è entrato così Bruce Kulick, fratello di Bob, che aveva lavorato con i Kiss sullo stesso Animalize.

Il 1985 ha salutato l’album Asylum, ennesimo capitolo della storia ormai decennale dei Kiss. Come Animalize, anche questo è un lavoro composto da brani duri, come dimostrano Uh! All Night (la mia canzone preferita) King Of The Mountain e I’m Alive, con una spruzzata di melodia in più, con pezzi quali la stupenda Tears Are Falling e Who Wants To Be Lonely.

Dopo un paio d’anni è stato presentato al pubblico Crazy Nights, che ripercorre la strada dei due dischi precedenti, anche se per certi versi regala un sound più orecchiabile. Brani come la corale Crazy Crazy Nights, la ballad Reason To Live e No No No, che si apre con una grandiosa intro di chitarra, si sono uniti alle già numerose hits della band.

Nel 1989, dopo il buon esito della compilation Smashes, Thrashes & Hits, contenente due inediti, i Kiss hanno rilasciato un disco molto bello ed elaborato dal titolo Hot In The Shade.

Il brano di maggior successo è la romantica power ballad Forever, che con il suo ottavo posto raggiunto nelle classifiche americane è, sino a questo momento, l’ultimo singolo da top ten dei Kiss. Tutti i brani presentano un piacevole hard rock molto orecchiabile. Oltre a Forever sono da menzionare Hide Your Heart, Rise To It, Betrayed, Silver Spoon, Love Is A Slap In The Face e Little Cesar, brano quest’ultimo cantato da Eric Carr.

Gli anni ‘90

Proprio ad Eric Carr sul finire del 1990 è stato diagnosticato un cancro. Nonostante la chemioterapia, il 24 novembre dell’anno seguente il batterista ci ha lasciato. Per un gioco del destino, lo stesso giorno moriva anche Freddy Mercury.

Eric Carr

Eric Carr

Dopo essersi ripresi dal duro colpo, i Kiss hanno assunto Eric Singer, ex drummer dei Black Sabbath. Con lui la band ha rilasciato nel 1992 l’LP Revenge. Il disco ha un sound un po’ più heavy rispetto gli ultimi lavori e questo ha fatto felici molti fans che lo hanno ben accolto.

Inutile dire che la mia canzone preferita è God Gave Rock ‘N Roll To You II, una cover degli Argent dotata di un riff da cantare all’unisono durante i concerti con l’accendino acceso, dove nel coro si sente per l’ultima volta la voce del compianto Eric Carr. Molto belle anche la dura opening track Unholy, Take It Off, Domino e la ballata acustica Every Time I Look At You, cantata da Paul Stanley. A chiudere l’album Car Jam 1981, un demo tape registrato a suo tempo da Eric Carr, in cui si ascolta tutta la sua classe. Per le stesure di alcuni testi i Kiss si sono valsi della collaborazione del loro ex compagno Vinnie Vincent, che aveva da poco sciolto i suoi Vinnie Vincent Invasion.

Alcune tracce tratte dal Revenge Tour sono finite su Alive III, terzo album dal vivo della band di New York, uscito nel 1993. Sul finire del 1995 si segnala la pubblicazione di MTV Unplugged, tratto da un concerto registrato il 9 agosto presso gli studi di MTV dove, oltre alla line up corrente (Simmons, Stanley, Singer e Kulick), si sono aggiunti gli ex Peter Criss e Ace Frehely.

Nel 1996, in occasione della premiazione dei Grammy Award, i Kiss si sono presentati nella loro formazione originale, con Criss e Frehely. Per l’occasione, poi, i quattro hanno ripescato il make up e gli abiti stravaganti che avevano fatto la loro fortuna fino al 1982.

Sull’album Carnival Of Souls: The Final Sessions, però, uscito nel 1997, sono presenti ancora Bruce Kulick e Eric Singer. Da un punto di vista musicale il disco è stato un flop. Per cavalcare l’onda, infatti, i Kiss si sono qui dati al grunge, il che non è piaciuto ai fans. Da segnalare gli oltre 6 minuti di I Walk Alone, brano che vede Eric Singer come voce principale.

Reunion

Sempre nel ’97 i quattro Kiss degli esordi hanno intrapreso un tour mondiale che ha toccato anche il Forum di Assago (Milano). Quindi nel 1998, a distanza di 20 anni da Love Gun, (l’ultimo album in cui compariva il quartetto formato da Simmons, Stanley, Criss e Frehely), è uscito nei negozi Psycho Circus.

È questo l’unico disco registrato dai fantastici quattro dopo la reunion, anche se c’è da dire che Criss è si accreditato ma, come già successo in precedenza, egli suona la batteria solo in un brano, mentre per gli altri dietro le pelli era seduto Kevin Valentine. Anche Frehley si è qui cimentato solo in un paio di tracce (You Wanted The Best e Into the Void) con le restanti affidate alle chitarre dell’ex Bruce Kulick e a Tommy Thayer.

Il disco torna, musicalmente parlando, sui livelli heavy rock di Revenge. I brani sono ottimi, a partire dalla scatenata You Wanted The Best, dove i quattro Kiss cantano una strofa a testa. Quindi la title track, We Are One, in stile AOR, la ballad pianistica I Finally Found My Way, che ricorda parecchio Beth, e l’intensa Journey Of 1000 Years, a chiudere il lavoro.

Nel 2000 i Kiss hanno intrapreso il Kiss Farewell Tour, preannunciando che sarebbe stato il loro ultimo giro per i palchi del mondo con la formazione originale. Il tour ha toccato tutti gli Stati Uniti, il Canada, il Giappone e l’Australia, ma poco prima di avventurarsi in terra nipponica, Peter Criss ha lasciato definitivamente i compagni. Le date sono state rispettate grazie al ritorno di Eric Singer, che ha suonato truccato come Criss.

Gli ultimi 10 anni

Nel 2003 ad arrivare sugli scaffali dei negozi è stato Kiss Symphony: Alive IV, nel quale è riportato un concerto in cui i Kiss sono stati coadiuvati dalla Melbourne Symphony Orchestra. Si tratta di un doppio LP: il primo disco è per metà suonato solo con strumenti elettrici e metà con strumenti acustici e parte dell’orchestra. Il disco numero 2, invece, è tutto con strumenti elettrici e la Melbourne Symphony Orchestra al completo. Da segnalare che, per l’occasione, alla batteria c’era ancora Peter Criss, mentre alla chitarra, al posto di Ace Frehely, Tommy Thayer.

L’anno seguente Criss è stato di nuovo “bannato” dai Kiss. Il suo posto è stato preso definitivamente (almeno fino a questo momento) dal solito Eric Singer.

Nel 2006 è stato rilasciato il cofanetto con tre DVD Kissology Volume One: 1974–1977, una raccolta d’interviste ed esibizioni live inedite, dalla nascita della band al 1977, che diventerà in breve tempo Penta Platino.

Il 5 aprile 2007 il chitarrista Mark St. John, che aveva lavorato in Animalize, e che dopo l’avventura con i Kiss aveva fondato la glam metal band dei White Tiger, è morto per un’emorragia cerebrale.

Sempre nel 2007 è uscito il secondo cofanetto Kissology Volume Two: 1978–1991, che è andato meno bene del precedente, avendo conquistato “solo” un Disco di Platino.

Nel 2009, a undici anni di distanza da Psycho Circus, è uscito il diciannovesimo album da studio dei Kiss: Sonic Bloom, che presenta un sound in stile Destroyer e Revenge. Si tratta di un doppio disco (con l’aggiunta di un DVD), dove nel primo si ascoltano i brani inediti, mentre nel secondo alcuni vecchi classici ri-registrati con la nuova line-up. Tra i nuovi la mia top-five è: Modern Day Delilah, il primo singolo estratto dall’LP, Stand, Never Enough, Say Yeah! e Yes I Know (Nobody’s Perfect), tutti abbastanza duri.

Gene Simmons

A ottobre 2012, anticipato dal singolo Hell Or Hallelujah, è stato pubblicato quello che fino ad ora è l’ultimo lavoro da studio dei Kiss. Si tratta di Monster, che segue la strada tracciata dal precedente Sonic Boom. Il mio pezzo preferito è Eat Your Heart Out, quello che a mio giudizio si avvicina di più ai vecchi classici della band newyorchese. Grande ritmo anche per Back To The Stone Age e Long way Down.

Simmons e soci sono ben lungi dal volersi fermare. Aspettiamo quindi fiduciosi le prossime mosse di questa band ormai entrata nella leggenda e nei cuori di migliaia di rockettari.

 

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