Pubblicato in: Musica Italiana

Il libro di Vasco Brondi aka Le Luci Della Centrale Elettrica

di maristella 12 gennaio 2009
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Con il disco d’esordio Canzoni da spiaggia Deturpata (2008) Vasco Brondi, alias Le Luci Della Centrale Elettrica, ha convinto pubblico e critica e si è portato a casa il riconoscimento come rivelazione dell’anno sia al Premio Tenco di Sanremo, sia al MEI (Meeting delle etichette indipendenti e delle autoproduzioni) di Faenza. Da qualche tempo Vasco ha anche pubblicato un libro “Cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero” che riprende gli schizzi e gli appunti in libertà del suo seguitissimo blog.

Questo ferrarese 24enne riesce a conciliare l’ambientazione caustica e soffocante dei CCCP e la sferzante e scanzonata ironia di Rino Gaetano come nessun altro prima di lui. I suoi testi sono viaggi allucinati nella realtà odierna “il problema, ripetevi, che sono stati asfaltati i prati e non i preti guardando i muratori che camminano sui tetti per ancora i nostri imbarazzanti progetti con i pianeti che ci precipitano in cucina e ci disfano i letti, i letti matrimoniali in cui dormiamo da soli come cani investiti, come i bambini mangiati dai democristiani” (da La lotta armata al Bar!). Una fotografia dell’oggi, sprezzante e sincera, fatta con una ruvidezza che non si sentiva da troppo tempo. Graffi che ti solcano parola dopo parola, citazione dopo citazione, lasciandoti spaesato ed inerme, ma sicuramente più consapevole.

Non per niente, Giorgio Canali, storico chitarrista di Giovanni Lindo Ferretti prima nei Cccp, poi nei Csi, non si è lasciato scappare il talento di Vasco Brandi e ne ha prodotto l’album.

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Se siete incuriositi dal libro “Cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero”, vi riporto di seguito la descrizione dello stesso autore:

Tutti i nostri occhi pieni di disordini, di chiavi duplicate di nascosto e poi perse. Cara catastrofe in quei corridoi bianchi interminabili. Cara catastrofe e i tuoi aerei dispersi. Ancora tu e i nostri piatti rotti. I nostri inutili patti atlantici, notturni. Tra il bianco delle lenzuola e tutti gli altri continenti che volevamo andare a volare assieme. E aspettando gli aiuti umanitari guardiamo un po’ raitre. Quando per razionalizzare ci siamo scardinati il torace. E per le trasfusioni vuoi la vernice rossa perché è più coreografica. Mi hai detto che all’inizio non ero così. che ti ho fregata. Io te e i nostri scudi di plexiglas. i compromessi storici per non ferirci. E appena sei ripartita è come se avessi sentito sulle gambe il caldo dell’aria che usciva dal tubo di scappamento. Anche nei prossimi anni circoleranno ancora veicoli a benzina. E poi mi ritrovo che cammino come non so chi tra le fabbriche lunghe come l’orizzonte. E non capisco quasi niente. altri minatori sottopagati lavorano diciotto ore nei nostri cuori. e se gli alberghi appena costruiti coprono i tramonti tu non preoccuparti. non preoccuparti.

Le Luci della Centrale Elettrica – Tour 2009

02/01 San Benedetto del Tronto – Teatro Concordia
03/01 Ravenna – Bronson
09/01 Conegliano Veneto (TV) – Zion
10/01 Seregno (MI) – Tambourine
11/01 Firenze – Saschall
16/01 Scandiano (RE) – Corallo
17/01 Perugia – Urban
31/01 Trieste – Teatro Miela

E per avere altre informazioni:

www.leluci.net

www.myspace.com/lelucidellacentraleelettrica

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