Pubblicato in: Pop

JAMES TAYLOR: la sua voce, la sua musica

di Roberto Sonego 29 giugno 2011
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Si inizia ad ascoltare la musica e soprattutto la voce di James Taylor e si rimane estasiati…

E più si ascolta e più si vorrebbe ascoltare.

Quando ho letto la storia di James Taylor ho pensato…impossibile! Ma come, una voce così calda, dolce, che culla ad ogni strofa…

Una voce così nasconde, in effetti, una storia che più dolorosa e tormentata non si può.

James Taylor nacque a Boston nel 1948 tra gli agi di una famiglia benestante da una madre soprano che spinse tutti i propri figli, James compreso ovviamente, verso la carriera musicale. Tutti iniziarono quasi da subito ad incidere dischi. Colui che, invece, creò problemi  in famiglia fu proprio il piccolo James il quale già in giovane età iniziò a dare i segni di vulnerabilità alla peggior malattia del “male di vivere”: la depressione.

A vederlo cantare e ad ascoltare i suoi capolavori, in effetti, si nota non solo una qualità ed una ricercatezza in ogni nota che permetteranno a Taylor di sedere in prima fila nell’Olimpo della musica, ma anche una tremenda fragilità e sensibilità. Questi eventi dell’anima hanno quasi preso il sopravvento su di lui, rischiando di privarci di uno dei pochi cantanti/sognatori che è sempre riuscito, almeno a livello personale, a far sembrare tutto più leggero trasformando i problemi in un un ostacolo da superare di slancio e con un’alzata di spalle. C’è questo problema? Vabbè, lo risolviamo e tiriamo dritti… come sempre…

I primi segnali di dipendenza dall’eroina Taylor li ebbe con il trasferimento a New York. Jump un Behind Me, uno dei primi brani da lui composti è un tributo al padre che, dopo una dolorosa e disperata telefonata di James si precipitò da lui, appunto, a New York.

James, allora pensò: se me ne vado da New York magari mi allontanerò anche dall’eroina per cui si trasferì con l’amico Danny Kortchmar a Londra dove venne convinto da Danny a presentare alcune demo a Peter Asher, il proprietario dell Apple Records, casa discografica dei Beatles. Asher fu subito molto colpito da Taylor e lo spinse alla lavorazione del primo disco, l’omonimo del 1968.

Tornato a New York praticamente ristabilitosi totalmente in seguito all’ennesimo ricovero in ospedale di sua spontanea volontà James iniziò anche a fare alcune serate live. Ma siccome James la fortuna proprio non sa cosa sia rimase vittima di un grave incidente motociclistico che lo costrinse all’immobilità per un pò di tempo in seguito alla rottura di entrambe le gambe.

Il successo seguito all’uscita, nel 1970, di Sweet Baby James, mise in ottima luce lui e diede modo al grande pubblico di rivalutare l’album precedente. In questo periodo Taylor creò una vera e propria corrente musicale improntata su testi malinconici e su una tecnica chitarristica incentrata sul finger-picking (pizzicare le corde della chitarra, per capirci).

Il seguente fu un periodo abbastanza positivo per Taylor che convolò a nozze con la cantante Carly Simon dalla quale ebbe anche due figli. Walking Man del 1974 fu un mezzo flop al contrario di Gorilla, il successivo, che ebbe un grande successo anche per la presenza di How Sweet it Is cover riuscitissima di Marvin Gaye.

Il 1976 fu l’anno di In the Pocket, seguito dalla raccolta, ad oggi il suo album più venduto.

Nonostante il matrimonio con la Simon stesse durando molto più di quello con Carole King qualcosa anche lì iniziò a cigolare: mentre la cantante si dedicava sì al marito ed alla carriera ma soprattutto all’allevamento e alla crescita dei due figli, James era totalmente immerso nella sua carriera in tal modo da fargli, troppo spesso, dimenticare la famiglia.

E, ovviamente, questa divisione fece sì che a breve anche il matrimonio con Carly fu destinato a sciogliersi, come il precedente, il che avvenne nel 1983.

Fortunatamente, però, il divorzio non incise sulla carriera e sulla vena ispiratrice di Taylor che nel 1977 compose quello straordinario capolavoro sempiterno dal titolo di Handy Man premiato quell’anno come Miglior Performance Vocale Pop.

Il 1979 fu la volta della pubblicazione di Flag. Ma la vena ispiratrice sembrava che lo stesse abbandonando anche come conseguenza di fatti importanti quali, appunto, il divorzio, la mai abbandonata del tutto tossicodipendenza e la pressante presenza delle major che spingevano continuamente per fargli regolarmente pubblicare dei lavori anche quando, appunto, l’ispirazione pareva abbandonarlo.

Un’ancora di salvezza c’era, però. Un’ancora che mai lo aveva abbandonato ed era fermamente convinta di lui e che non lo avrebbe lasciato…MAI…: il suo pubblico.

Fu proprio nel Rock in Rio a seguito di Ozzy Osbourne del 1980 che James si rese conto che tanta gente ancora lo seguiva e lo amava. Fu allora che decise di rimboccarsi le maniche e partire più convinto che mai per una rinascita più bella e convinta di quanto avrebbe mai potuto pensare.

Non fu a caso che il primo singolo di questa rinascita, inserito nel nuovo lavoro , That’s Why I’m Here, si intitolò Only a dream in Rio.

Verso la fine degli anni ’80, nel 1988 per la precisione, fu la volta di Never Die Young che precedette il ritorno sul palco di Taylor con la propria band. Uno dei motivi di successo di una strepitosa carriera piena di successi straordinari fu proprio l’abilità di riproporre le proprie hits riarrangiandole e riattualizzandole mantenendo sempre, però, quel meraviglioso sapore di Old America che ce lo hanno fatto amare.

Intanto Taylor si era sposato con Kathrin Walker ma, inevitabilmente, anche questo matrimonio come i precedenti era destinato ad una breve durata; stavolta due anni. Il soprannominato album, That’s Why I’m Here era anche una lucida riflessione sulla propria vita sia professionale che sentimentale.

Ma una personalità delicata e fragile come James non era destinata evidentemente a proseguire il proprio cammino in solitaria ed è per questo motivo che, con l’inizio del nuovo secolo, nel 2001, il cantante si risposò per la quarta volta stavolta con Caroline Smedvig che gli diede pure due gemellini. E’ un grande periodo anche perchè ora anche tutto il mondo, con colpevole ritardo, si accorgerà di lui e gli tributerà i dovuti onori facendolo entrare tra le leggende della Rock and Roll Hall of Fame e tra i migliori scrittori musicali nella Songwriters Hall of Fame.

Celeberrime collaborazioni come quella con la leggenda della chitarra Ry Cooder furono alla base della stesura di October Road il nuovo, splendido album del cantautore americano che ancora oggi è in sella e noi dietro di lui sempre pronti ad andare ovunque con la sua musica.

Il sito ufficiale di James Taylor

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