Pubblicato in: Pop, Rock e Punk

JEFF BUCKLEY, tributo ad un angelo

di Roberto Sonego 3 gennaio 2011
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Scrivere di Jeff Buckley è difficile per tanti motivi. Uno è che ha fatto un solo cd per cui non risulterebbe un lavoro impegnativo. Ciò che, però, viene molto difficile è descrivere quello che non è e che sarebbe potuto essere Buckley se la morte non se lo fosse portato via così giovane e con così tante cose da dire.

Ed è per questo che vorrei trasformare quello che scriverò, non in un articolo su una carriera, ma in un vero e proprio tributo a colui che ci ha lasciato un solo album. Anche se di album non si può parlare, per non sminuirne l’importanza. Di tutto ma non di album, cd, vinile, mettetela come volete. Perchè Grace non è tutto ciò. Grace è arte, Grace è poesia tradotta in musica, Grace è la voce di un angelo accompagnata dalla meraviglia di note perfette, Grace è qualcosa che ti prende il cuore e non te lo lascia, una di quelle esperienze musicali che non si dimenticano e che ti lasciano dentro un segno indelebile.

Jeff Buckley è nato nel 1966 ad Anaheim in California da padre americano e madre panamense. Jeff già da piccolo aveva le idee ben chiare. Abbandonò da subito la famiglia alla volta di New York in cerca di fortuna.

Terminati gli studi, Buckley si trasferì poi a Hollywood per laurearsi nel 1985. I suoi primi gruppi suonavano come”Shinehead“, “Rainbow’s End” e “Group Teraphy“.

A seguito di un suo primo EP live, Buckley firmò già un primo contratto con la Columbia nel 1992 riunendo altri tre musicisti con i quali partì per uno spettacolo che lo portò a toccare anche l’Italia nel 1994/95.  Agli ordini di Andy Wallace (produttore di Nevermind dei Nirvana) Jeff e il gruppo si chiusero in sala d’incisione pronti a lavorare a quello che tutt’ora rimane nella memoria come uno dei lavori più belli della discografia mondiale. Grace, appunto.

Grace venne subito osannato dalla critica internazionale sebbene solo sette delle dieci tracce contenute sono originali mentre le altre tre cover.

29 maggio 1997, Jeff Buckley e Keith Foti, un roadie dello staff di Jeff sono in viaggio con il loro furgoncino e stanno andando alla volta degli studi di registrazione ad incidere dell’altra musica. Buckley ferma il veicolo, gli è presa un’improvvisa voglia di un bagno. Siccome Jeff è fatto così si tuffa nel Wolf River, un affluente del Mississippi con tutti i vestiti addosso. Siamo al tramonto e Keith, preoccupato, richiama più volte Jeff a tornare a riva. Jeff non lo sente e va avanti a nuotare. Passa un battello. Dopo…più nulla…Jeff non riappare più e non riapparirà mai più. Ciao pazzo Jeff, ciao meraviglioso angelo…

Il sito ufficiale di Jeff Buckley

Jeff Buckley su MySpace

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2 risposte a “JEFF BUCKLEY, tributo ad un angelo”

  1. massimo morigi ha detto:

    ho sentito di jeff su radio capital anni fa’ questa sera per la pima volta ho cercato di sapere di piu’ ascoltando divrsi pezzi, mi affascina molto non ho ancora il cd ma lo coprero’ molto presto . sicuramente ci ha lasciato molto presto sono passati molti anni ma lua musica e ancora qualcosa di indescrivibile, per me magica. by morig

  2. Roberto Sonego ha detto:

    Carissimo Massimo abbiamo molte cose in comune. Intanto anch’io ho conosciuto Jeff da poco e, guarda te le coincidenze, anche io grazie a Radio Capital. Cosa vuoi, fa parte dei tanti rimpianti della musica. Lui ne lascia più che in altri casi perchè, appunto, ha fatto un solo cd ed è stato subito un capolavoro. Non è detto che avrebbe replicato il successo e la qualità, sai? Potrebbe averlo fatto se fosse rimasto in vita, potrebbe aver fatto di meglio. Di peggio è difficile quando una persona dimostra come lui di avere la musica nel sangue. Grazie del commento, per me sono come oro.