Pubblicato in: Rock e Punk

I Lynyrd Skynyrd, numeri uno del Southern Rock

di Roberto Vanazzi 3 giugno 2009
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La storia è cominciata nel lontano 1965, a Jacksonville, in Florida, quando Ronnie Van Zandt e un paio di compagni di scuola, i chitarristi Gary Rossington e Allen Collins, hanno iniziato a suonare una miscela di hard rock, blues, e boogie, ovvero il genere denominato Southern rock.

Dopo vari avvicendamenti, il gruppo si è assestato con l’ingresso di Leon Wilkeson al basso, di Billy Powell alle tastiere e del batterista Bob Burns.
Con il nome di Lynyrd Skynyrd, ironica storpiatura di Leonard Skinner, il loro autoritario professore di ginnastica, la band ha cominciato a suonare nei locali, finché, nel 1972, sono stati notati dal produttore Al Kooper, che li ha scritturati per una sottoetichetta della MCA.

L’anno successivo è arrivato il loro primo album, “Pronounced Leh-Nerd Skin-Erd” il quale, oltre ad indicare come si pronuncia esattamente il nome della band, ha offerto interessanti spunti sul sound che l’avrebbe resa famosa, regalando gemme di inestimabile valore quali la ballad Free Bird, dedicata a Duane Almann, della Almann Brothers Band, deceduto in un incidente stradale, caratterizzata, nel finale, dalla più lunga cavalcata chitarristica del rock, nonché le splendide Tuesday’s Gone e Simple Man.

C’è da notare che, durante la registrazione del lavoro, Wilkeson è stato sostituito momentaneamente al basso da Ed King. Al rientro del primo, King è diventato il terzo chitarrista del gruppo, il quale ha trovato così l’assetto definitivo. Da quel momento il suono è diventato più corposo, e gli assolo dei tre guitar heroes, ognuno con il proprio stile, ma perfettamente amalgamati, si sono affiancati alla voce rabbiosa di Van Zandt, leader carismatico e front man efficace.

Sempre nel 1973, gli Skynyrd hanno fatto da supporto agli Who, durante il tour in terra statunitense. Quindi, nel 1974, è uscito il loro capolavoro “Second Helping”.
L’album, trascinato dalla mitica Sweet Home Alabama, ha velocemente raggiunto il Platino.
Altre canzoni da citare sono, secondo me, I Need You, Workin’ for MCA e la cover di J.J.Cale, Call me the Breeze.

A quel punto i Lynyrd Skynyrd erano già una leggenda. Dal vivo, i componenti del gruppo suonavano davanti alla bandiera confederata, dimostrando così il loro orgoglio sudista. Giù dal palco erano bevute e risse continue, che hanno portato a numerose denunce ed arresti, nonché alla defezione di Burns, sostituito da Artimus Pyle, e di King, fuggito dalla pazzia di Van Zandt.

Comunque sia, anche il terzo album, “Nuthin’Fancy”, del 1975, è entrato prepotentemente in classifica, diventando il primo della band a varcare la soglia della Top Ten, così come il singolo Saturday Night Special.

Sostituito anche il produttore Al Kooper con Tom Dowd, la band di Jacksonville, nel 1976, ha dato alle stampe “Gimme Back My Bullets”, un lavoro che ha ottenuto però consensi inferiori rispetto ai predecessori, nonostante la presenza dell’ottima title-track e di altri classici quali Searching, Double Trouble e della ballad Every Mother’s Son.

Dello stesso anno è anche il doppio-live “One More from the Road”, che ha ripresentato la formazione a tre chitarre, grazie all’ingresso di Steve Gaines.

Il 1977 è uscito sul mercato “Street Survivor”, dove su tutti risaltano brani quali That Smell e What’s Your Name.

Purtroppo, poco dopo, esattamente il 20 ottobre, durante la tournée promozionale, l’aereo che stava portando la band a Baton Rouge, a causa di problemi con il carburante, si è schiantato al suolo. L’impatto ha ucciso sul colpo Ronnie Van Zandt, Steve Gaines, la sorella di quest’ultimo, nonché corista, Cassie Gaines, l’assistente all’organizzazione del tour, il pilota e il co-pilota.
Gli altri membri della band sono rimasti feriti in modo molto serio. Allen Collins ha subito la rottura di una vertebra cervicale e ha rischiato l’amputazione di un arto. Leon Wilkeson ha avuto numerose lesioni interne ed un polmone perforato. Gary Rossington si è rotto un braccio e un piede. Leslie Hawkins, invece, il collo in tre punti e ha avuto il viso sfigurato.

Nei due anni successivi il resto della band è sopravvissuto in qualche modo.
Nel 1978 è uscito postumo “Skynyrd’s First and Last”, una raccolta di inediti, che, come il precedente, ha avuto vendite elevate, confermando i Lynyrd Skynyrd al vertice del Rock Sudista.

Dopo che i vari componenti hanno tentato di ricreare il gruppo, usando, però, nomi diversi, è uscito nel 1987 l’album “Legend”, un altro disco con inediti dei tempi gloriosi, come Georgia Peaches, che ha preceduto di poco l’inattesa riunione sotto la sigla Lynyrd Skynyrd.

I nuovi Skynyrd hanno sistemato dietro al microfono Johnny Van Zandt, fratello di Ronnie, con il quale, fino ad oggi, hanno inciso 7 album, l’ultimo dei quali, Vicious Cycle, è datato 2003.

Nonostante molte belle canzoni, come la patriottica Red, White and Blue, la struggente Tomorrow’s Goodbye, Preacher Man o The last Rebel, tanto per citarne qualcuna, i veri Lynyrd Skynyrd non torneranno mai più.

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3 risposte a “I Lynyrd Skynyrd, numeri uno del Southern Rock”

  1. Dan ha detto:

    non tornerenno i vecchi Lynyrd della prima formazione ma i sopravvissuti alla tragedia ed i nuovi innesti sono formidabili

  2. giampy ha detto:

    la loro musica rimarrà per sempre scolpita nel cuore indipendentemente da chi la suonerà

  3. Francesco ha detto:

    Purtroppo non torneranno più…ma per chi conosce il vero rock southern sa che non moriranno mai !!!