Chi ha definito i Ramones “la seconda più grande band di sempre dopo i Beatles” (nella fattispecie la rivista Spin Magazine) forse ha esagerato un pochino. Ciò non toglie però che essi sono stati la formazione più celebre, e celebrata, del panorama punk mondiale. Senza tanti compromessi, questi ragazzi hanno caratterizzato una buona fetta del nuovo rock della seconda metà degli anni ’70, e per tutti gli ’80, influenzando una numerosa schiera di gruppi che arriva sino ai giorni nostri, come Green Day, Blink 182 e Offsprings. Tutto questo grazie a un sound semplice ma pieno d’energia, un Rock’n’Roll minimale basato sul classico trittico chitarra-basso-batteria (più la voce, naturalmente) che in poche parole, o meglio, in numeri, può essere definito “musica 3 x 2”: 3 accordi in 2 minuti.
Il gruppo si è formato nel 1974 a Forest Hills, presso New York, grazie a quattro ragazzi poco più che ventenni che si sono fatti conoscere suonando come protagonisti alle “Orge Sonore” del CBGB’s di Manhattan, famoso club che ha tenuto a battesimo la scena punk della Grande Mela. Si tratta del cantante Joey Ramone (alias Jeffrey Hilman), del bassista Dee Dee Ramone (Douglas Colvin), del chitarrista Johnny Ramone (John Cummings) e del batterista ungherese Tommy Ramone (Tom Erdelyi). Giubbotti di pelle, jeans strappati e scarpe da ginnastica, canzoni disimpegnate di non più di due minuti l’una, esibizioni di mezz’ora senza una pausa fra un brano e l’altro, con solo la voce di Tommy che da dietro la batteria urlava One, Two Three, Four prima di iniziare il successivo, tantissimo entusiasmo, e il successo negli ambienti underground è stato immediato.
Il passo verso il contratto discografico con la Sire è stato breve e già nel 1976, un anno prima dell’uscita di Never Mind The Bollock dei Sex Pistols, è stato pubblicato Ramones, un disco che può essere benissimo considerato uno dei testi sacri del punk. Quattordici tracce velocissime e poderose, tra le quali spiccano Blitzkrieg Bop (con il famoso grido Hey Ho Let’s Go), Now I Wanna Sniff Some Glue, Beat On The Brat, la semi-ballad I Wanna Be Your Boyfriend, Judy Is A Punk e Havana Affair, che ricalcano vecchie influenze di musica da spiaggia californiana riviste con incredibile verve. E proprio dal repertorio di autori del genere “Surf”, come The Trashmen, Chris Montez e Bob Freeman, i Ramones hanno attinto più volte, riproponendo personali versioni di California Sun, Surfin’ Bird, Do You Wanna Dance, Let’s Dance e altre ancora. Nel disco è presente pure 53rd & 3rd, scritta da Dee Dee Ramone sulla prostituzione maschile, alla quale pare fosse egli stesso dedito a suo tempo per pagarsi le dosi di eroina.
Il successivo LP Leave Home, datato 1977, risulta forse meno efficace del predecessore in quanto costituito dai brani non inseriti in esso, ma presenta ad ogni modo capolavori quali Gimme Gimme Shock Treatment, Glad to See You Go, Suzy Is a Headbanger, Swallow My Pride e soprattutto, Pinhead, dove è urlato lo slogan simbolo dei Ramones Gabba Gabba Hey!
Con Rocket To Russia, sempre del 1977, i Ramones sono entrati nelle classifiche nazionali grazie a Rockaway Beach, loro personale regalo al Surf, e Sheena Is A Punk Rocker, forse il loro pezzo più famoso. Quindi da citare sono Cretin Hop, I Don’t Care, Teenage Lobotomy, We Are A Happy Family, la riflessiva Here Today Gone Tomorrow e Ramona.
Ormai la band era lanciata a pieno ritmo verso l’olimpo, ma subito dopo l’uscita del disco Tommy Ramone ha lasciato, pur restando nei paraggi come co-produttore, sostituito da Marc Bell, in arte Marky Ramone.
Road To Run, arrivato nei negozi nel 1978, ha visto un leggero ammorbidimento del suono, con l’introduzione di ballate acustiche, assoli strumentali e una cover come Needle & Pins, vecchia canzone da ballo dei Searches. Di buone tracce ce ne sono, basta ascoltare I Wanna Be Sedated, I Just Want to Have Something To Do e It’s A Long Way Back, ma la frangia più radicale dei fans non si è mostrata molto contenta della svolta. Da parte sua il gruppo ha comunque continuato ad acquisire nuovi proseliti grazie ad una serie di estenuanti esibizioni dal vivo quasi quotidiane.
Nel 1979 i Ramones sono apparsi prima nella colonna sonora della pellicola di Allan Arkush, R&R High School, quindi hanno rilasciato l’energico I’s Alive, registrato al Rainbow Theatre di Londra nel 1977 e considerato tra i migliori album dal vivo di sempre.
L’anno seguente è stato invece dato alle stampe End Of The Century. Prodotto da Phil Spector, che aveva lavorato anche con i Beatles, il disco presenta tematiche e sonorità abbastanza diverse dalle classiche del gruppo newyorchese. Le tracce cardine sono l’opening track, Do You Remember Rock’n’Roll Radio, Chinese Rock, Rock’n’Roll High School, già presente nella colonna sonora del documentario omonimo, I’m Affected, Let’s Go e The Return of Jackie and Judy, seguito di Judy Is A Punk .
Il nuovo decennio è stato affrontato dai Ramones con lo stesso spirito di sempre, anche se per quanto riguarda il successo commerciale si è visto una leggera flessione. La critica li ha liquidati come autori di una musica semplice e demenziale, ma il pubblico, soprattutto quello a stelle e strisce, ha dimostrato di essere loro affezionato e non ha mai abbandonato i propri beniamini.
Pleasent Dream è il sesto album da studio e presenta un nuovo produttore nella figura dell’inglese Graham Gouldman, il quale ha dato un’impronta piuttosto anonima ad un lavoro non eccelso dove spiccano The KKK Took My Baby Away, We Want the Airwaves e 7-11.
Nel 1983 è stata la volta di Subterranean Jungle. Il disco, prodotto stavolta da Richard Cordell, ha ottenuto migliori riscontri di vendite rispetto al precedente e si è riportato sulle sonorità dei primi lavori. Esso contiene ottime performance quali Outsider, My-My Kind Of A Girl, Time Bomb, che vede l’esordio come cantante di Dee Dee, Psycho Therapy e I Need Your Love. Quindi un paio di covers anni ’60 quali Little Bit O’Soul, dei Music Explosion, e Times Has Come Today, dei Chambers Brothers.
A quel punto il gruppo ha cambiato di nuovo drummer. Fuori Marky Ramone, a causa degli abusi con l’alcool, dentro Richie Ramone (Richard Beau).
Il successivo LP, Too Tough To Die, è stato invece prodotto dal primo batterista Tommy Ramone. Le canzoni da citare, che al contrario del passato mostrano un certo impegno politico, sono la title track, Mama’s Boy e Chasing the Night, che rompe il classico schema debordando oltre i 4 minuti. Quindi un paio cantante ancora da Dee Dee, Wart Hog ed Endless Vacation, e una scritta dal nuovo arrivato Richie, Humankind.
I due anni successivi sono stati caratterizzati da interventi divertenti e, allo steso tempo, polemici. Prima il singolo Bonzo Goes To Bitberg, che ha celebrato la visita dell’allora presidente USA Ronald Reagan ad un cimitero nazista. Poi l’EP Ramones Aid, contenente 3 tracce come presa per i fondelli al Live Aid dell’anno precedente. Infine il brano Animal Boy, che ironizza ferocemente sul gruppo di stelle della musica in We Are The World.
Quest’ultimo singolo, così come Bonzo Goes To Bitberg, per l’occasione ribattezzato My Brain Is Hanging Upside Down, hanno trovato spazio anche nel disco del 1986 Animal Boy, una specie di concept album su temi “animaleschi”, come dimostrano brani quali Eat That Rat, Aperman Hop e Hair Of Thet Dog. I pezzi migliori risultano comunque essere la splendida Love Kills, scritta e cantata da Dee Dee sul tema dell’amore tra Sid Vicious e Nancy Spungen, e Somebody Put Something In My Drink.
In quel periodo il suono dei Ramones si stava muovendo su nuove strade. Oltre al punk, infatti, Johnny & C hanno iniziato a scrivere brani più orecchiabili. La conferma di questo si ha nell’LP Halfway To Sanity, dove trova spazio anche una collaborazione con Deborah Harry dei Blondie in Go Lil’ Camaro Go. Da segnalare poi I Wanna Live, Bye Bye Baby, che con i suoi 4 minuti e mezzo è la più lunga canzone dei Ramones, e Garden of Serenity.
A seguito dell’ottima antologia Ramones Mania, che ha guadagnato il Disco d’Oro, nel 1989 è uscito il singolo Pet Sematary, presente nel film tratto dal libro omonimo di Stephen King.
Nello stesso anno è uscito anche l’ottimo Brain Drain, che contiene, oltre alla già citata Pet Sematary, anche Ignorence Is Bliss, I Believe In Miracles e Merry Christmas (I don’t want to fight tonight).
Dopo Brain Drain è uscito di scena Dee Dee Ramone, il quale ha deciso d’intraprendere la strada del rap. Al suo posto nella band è subentrato C.J.Ramone, pseudonimo di Christopher John Ward, un marine che per partecipare all’audizione del nuovo bassista ha deciso di disertare, ricavandone qualche giorno di carcere. Il gioco, a quanto pare, è valsa la candela: C.J. ha ottenuto il posto e nel 1991 era al basso nel secondo album dal vivo dei Ramones, Loco Live. Registrato a Barcellona, non è strepitoso quanto It’s Alive, ma è pur sempre un piacere ascoltare i brani della band quasi senza soluzione di continuità e a velocità raddoppiata.
L’anno seguente è stato rlasciato Mondo Bizzarro, il primo da studio senza Dee Dee, il quale è però presente come compositore di alcuni pezzi, come ad esempio Main Man, cantata da C.J. La canzone più bella del disco è lontana anni luce dal classico Ramones Style: si tratta di Poison Heart, una semi-ballad armoniosa che ha raggiunto la posizione numero 6 di Bilboard. Censorshit, Strength to Enduro, It’s Gonna Be Alright, Tomorrow She Goes Away, Touring, sono altri brani di un disco un po’ fuori dai soliti schemi ma decisamente accattivante.
È stato allora che la rivista Spin Magazine ha stilato una classifica delle migliori band di tutti i tempi e ha piazzato i Ramones al secondo posto dietro i Beatles, davanti a gente del calibro di Led Zeppelin, Rolling Stones e Deep Purple.
Il 1993 è stato l’anno di Acid Eaters, un disco di sole covers, le cui tracce toccano vari strati del rock, dai Jefferson Airplane agli Who, da Bob Dylan ai Rolling Stones. Il riscontro a livello di vendite non ha però ottenuto buoni risultati.
Dopo un mastodontico tour mondiale, ha cominciato a circolare con insistenza la voce di un probabile scioglimento. Il titolo del nuovo lavoro, siamo nel 1995, ha tolto tutti i dubbi: Adios Amigos! Si tratta di un buon album, che presenta canzoni, molte delle quali composte da Dee Dee, come Making Monsters For My Friends, Life’s a Gas, She Talks To Rainbows, la cover di John Wait I Don’t Want To Grow Up e It’s Not For Me to Know, ma purtroppo non ha ottenuto le vendite previste e, anche per questo motivo, l’addio è stato definitivo.
Raccolte e antologie, dischi live (fra i quali spicca We Are Outta Here, con l’ultimo concerto offerto dal gruppo il 6 agosto 1996 a Los Angeles), bootleg, DVD e tributi si sono susseguiti a ruota nel tempo e, nel 2002, la band è stata introdotta nella Rock’N’Roll Hall Of Fame. Quello che più colpisce, però, è il tragico destino cui sono andati incontro i componenti dei Ramones.
Joe è scomparso il 15 aprile 2001 a causa di un linfoma. Gli onori che gli sono stati attribuiti sono degni di un Capo di Stato; basti pensare che il Comune di New York gli ha dedicato una piazza nei pressi del CBGB’s.
Il 5 giugno 2002 è invece deceduto Dee Dee per un overdose da eroina, mentre il 28 settembre di due anni dopo a lasciarci è stato Johnny, stroncato da un tumore alla prostata.
Per finire un piccolo suggerimento. Se qualche fan dei Ramones in questi giorni di vacanze estive si recherà a Berlino, non può mancare di visitare il museo dedicato alla band. Si trova al numero 23 di Krausnickstrasse, nei pressi di Alexanderplatz (quartiere Mitte).