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Chet Baker: il più romantico e maledetto simbolo del jazz – Parte II

di Roberto Vanazzi 6 marzo 2013
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LA TOSSICODIPENDENZA

Durante una tournée in Europa, il suo amico e pianista Dick Twardzik è morto per overdose in un hotel di Parigi. Oppresso dai sensi di colpa, Baker ha iniziato a drogarsi in maniera sempre più pesante. Il fisico ne è rimasto minato e sul palco è stato sempre più un disastro. Nessuno lo voleva ingaggiare e nessuno voleva suonare con lui. È cosi che con la sua seconda moglie, la giovane pachistana Halema, (che gli ha dato un figlio, Chesney) ha deciso di andare a vivere in Europa.

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Per parecchio tempo il trombettista ha vissuto in Italia, dove era osannato come un dio. A Milano prima e poi a Lucca, città in cui ha scontato anche un anno di reclusione per avere rubato e falsificato ricette mediche per acquistare narcotici. Uscito dal carcere Chet sembrava un uomo rinato, ma ben presto è ricaduto nel vizio ed è stato espulso dal Paese. La stessa cosa è accaduta in Germania, in Inghilterra e in Francia, posti nei quali rimaneva pulito solo quando era in prigione.

Così, nel 1964 è stato costretto a tornare negli Stati Uniti, esattamente a San Francisco, dove ha visto nascere i sui tre figli Dean, Paul e Melissa, avuti da quella che sarà la nuova moglie, la ballerina inglese Carol Jackson.

Baker ha continuato la sua attività di musicista fatta di alti e bassi. La scena musicale era ormai cambiata. Si era in piena British Invasion, con il rock a farla da padrone e il Jazz diventato una musica per pochi eletti. Lo stesso Jazz che aveva trovato in Miles Davis e John Coltrane due innovatori, mentre Chet era rimasto fermo al palo, incapace di evolversi dal West Coast Jazz creato con Mulligan, ormai fuori moda. Quando si reggeva in piedi Baker riusciva ancora a sciorinare delle ottime performance, ma il più delle volte lo si vedeva trascinare nei vicoli in cerca di roba da iniettarsi; la musica per lui ormai non era più la sua vita, ma un modo come un altro per procurarsi i soldi con cui pagarsi la droga.

Ad un certo punto poi, sempre per problemi legati alla droga, dopo un concerto a San Francisco Chet ha subito un pestaggio da parte di alcuni spacciatori, i quali gli hanno rotto tutti i denti anteriori. Da quel momento, per colpa della dentiera, il trombettista è stato costretto ad imparare a suonare di nuovo. Il provvidenziale aiuto di Dizzy Gillespie, che gli ha dato i soldi per sistemarsi la bocca e procurato un ingaggio presso lo Stryper Club, non è servito a molto. La gente non era più interessata a questo James Dean tossico, sempre in fuga da tutto e da se stesso.

Tra il 1966 e il 1974, Baker ha suonato principalmente flicorno, strumento simile per estensione alla tromba ma con un suono più morbido, e registrato musica che potrebbe in gran parte essere classificata come West Coast Jazz. Fra una cura disintossicante ed una ricaduta, il jazzista dell’Oklahoma ha continuato allora a suonare in Europa, dove ancora aveva un nutrito gruppo di fans a seguirlo come i discepoli con il maestro. Nel 1975 si è stabilito in Italia, un Paese che lo ha sempre amato, vivendo con le sue nuove amanti, Diane Vavra prima, poi Ruth Young, quindi ancora la Vavra, sempre rimanendo sposato a Carol Jackson.

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GLI ULTIMI ANNI

Il periodo compreso tra il 1978 e il 1988 è stato il più prolifico di Baker come artista. Tuttavia, poiché la sua vasta produzione è disseminata per lo più in numerose, piccole, etichette europee, nessuna di queste registrazioni ha mai raggiunto un pubblico più ampio, anche se molte di loro sono state ben accolte dalla critica.

Di particolare importanza sono stati il Baker’s Quartet con il pianista Phil Markowitz, dal 1978 al 1980, e il suo trio con il chitarrista Philip Catherine e il bassista Jean-Louis Rassinfosse (1983 – 1985).

Purtroppo, il 13 Maggio 1988, alle tre del mattino, il corpo di Chet Baker è stato trovato riverso su un marciapiede di Amsterdam, sotto la finestra del Prince Hendrik Hotel in cui alloggiava: ancora oggi non si sa se sia caduto accidentalmente dalla finestra, se vi sia stato spinto o se si sia suicidato. Aveva 59 anni. Chet riposa a Inglewood, città nella parte sud-ovest della contea di Los Angeles, dov’è sepolta anche Ella Fitzgerald.

L’ultimo video di Baker, registrato dalla televisione giapponese durante il tour del 1987 in Giappone, mostra un uomo il cui viso sembrava molto più vecchio di quello che era, ma il modo di suonare la tromba era sempre vivace e ispirato. La sua discografia è immensa, ma Baker è stato molto più di un grande trombettista e cantante jazz; con la sua aura di mistero e i suoi tormenti, egli è diventato un’icona per diverse generazioni di fan.

 

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