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GRUNGE, the sound of Seattle

di Roberto Sonego 12 agosto 2010
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Kurt Cobain, Dave Grohl e Krist Novoselic - i Nirvana -

Già il nome dice tutto: Grunge è un termine dello slang americano e significa sporco, cattivo. Questo è dal punto di vista prettamente grammaticale. Penserete: e che c’entra con la musica? Assolutamente tutto. Il grunge è un genere musicale nato a metà degli anni 80 caratterizzato da musicalità e suoni sporchi e il totale rifiuto di tutto ciò che significava tecnologia (tastiere elettroniche, sintetizzatori, drum machine, ecc.).

Era in pratica, un ritorno alle sonorità rock anni 60/70 dove, appunto, la tecnologia applicata alla musica o non c’era o era assolutamente non invadente com’è ora. Il musicista grunge si distingueva dagli altri anche dall’abbigliamento, il più trasandato possibile con magliette o camicie scolorite o sciupate e jeans il più delle volte rotti o strappati.

Eddie Vedder, Stone Gossard, Mike McCready, Matt Cameron, Jeff Ament - i Pearl Jam -

Particolarità essenziale della musica grunge è il ritorno, dopo oltre un trentennio, della pratica, durante le esibizioni live, della distruzione sistematica degli strumenti chitarre in primis (v. Jimi Hendrix). Fin qui la definizione di grunge. Ed ora i gruppi. Ricordare alcuni gruppi, come accade nella gran parte dei casi, è inevitabilmente dimenticarne altri e scontentare molte persone, ma non si può parlare di grunge senza nominare almeno alcune delle colonne portanti di questo genere: Mudhoney, Alice in Chains, Soundgarden, Pearl Jam ma, soprattutto, il gruppo che più di qualunque altro riuscì a dare il massimo splendore al grunge: i Nirvana del tormentatissimo Kurt Cobain.

Ed è fondamentalmente il pessimismo e questo disfattismo insito in tutti i gruppi a caratterizzare la musicalità grunge.

Layne Staley, carismatico leader degli Alice in Chains

Non si può dire che il grunge come iniziò ebbe termine ma sicuramente durò decisamente pochi anni anche se furono anni di vero splendore.

Fu proprio il modo di pensare, di esprimersi, di scrivere i testi e di esibirsi sul palco che fece considerare il grunge non solamente come un genere musicale ma come un vero e proprio movimento, un modo di pensare e di confrontarsi con ciò che c’era attorno.

L’apice del successo il grunge lo ottenne nell’anno 1991 con la pubblicazione di quel capolavoro assoluto che è considerato tutt’ora  Nevermind dei sovraccitati Nirvana e del brano fondamentale in esso inserito Smells like teen Spirits.

Smells like teen spirits – Nirvana

Manco a dirlo il filo d’Arianna che legava indissolubilmente ogni gruppo grunge è stato l’abbondante uso di droga nella maggiorparte dei musicisti caratteristica che, purtroppo, segnerà anche il declino del genere.

Con gli inizi degli anni 90 altri due gruppi fondamentali videro la luce nel panorama grunge: Bush e Stone Temple Pilots che, se ce ne fosse stato bisogno, alimentarono la linfa vitale che teneva in vita il Seattle Sound (nome alternativo col quale veniva definito il grunge).

Pearl Jam – Alive (Live)

Il grunge fu una vera e propria meteora, nacque rapidamente, esplose fragorosamente e si spense proprio come dei fuochi d’artificio. Il declino del grunge coincise con tre eventi fondamenali: la morte nel 1994 per suicidio del leader dei Nirvana il carismatico Kurt Cobain, lo scioglimento dei Soundgarden nel 1997 e, come colpo di grazia, la morte per overdose di Layne Staley degli Alice in Chains.

Al termine di un fuoco d’artificio rimane solo una scia di fumo così come al termine del grunge rimase solo il Post-Grunge un vano tentativo di ridare vita ad uno, a mio giudizio, dei più belli, tormentati, esplosivi e brevi generi musicali mai nati.

Il sito dei Nirvana (in italiano)

Il sito ufficiale dei Pearl Jam

Il sito ufficiale degli Alice in Chains

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