Pubblicato in: Folk e Musica popolare

THE POGUES, folk con l’Irlanda nel cuore

di Roberto Sonego 10 gennaio 2011
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Brutto come la fame, sempre ubriaco e canta che non si capisce niente. Però così indiscutibilmente geniale! Questo e molto altro è Shane McGowan, il peggior leader che possa avere una band. Però una presenza prepotente, una luce che illumina il palcoscenico e chi lo sta a guardare e a sentire. I Pogues con Shane McGowan hanno avuto l’enorme merito di attualizzare e di rendere di grande impatto, anche mediatico, il folk irlandese uno dei ritmi più improbabili per le radio di tutto il mondo (a parte quelle britanniche). Nonostante tutto i Pogues hanno, nella loro carriera, ottenuto riscontri entusiastici in tutto il vecchio continente….ed oltre.

Shane McGowan

I Pogues sono un gruppo folk-rock irish/british fondatosi nel 1982 con il nome, però, di Pogue Mahone; già sapendo cosa avrebbero voluto suonare decisero da subito di accostare a strumenti tipici della tradizione irlandese (fisarmonica, banjo, mandolino e flauto) altri più moderni come batterie e chitarre.

Le prime luci della ribalta le videro nel 1984 come band di supporto ai Clash, complesso di culto già da un bel pò di tempo. Il nome del gruppo in origine venne modificato in Pogues perchè l’originale suonava un pò come “baciami il culo” (in irlandese pòg mo thòin) decisamente troppo volgare per poter ottenere un contratto e sperare nel successo…

Lo stesso anno venne pubblicato Red Roses for me, il primo album in cui già si vedeva la lezione di musica appresa, appunto, dalla frequentazione dei Clash facendo sì che accanto al folk si percepissero brani più marcatamente di impronta punk-folk.

Sotto la supervisione nientepopodimeno che di Elvis Costello, i Pogues pubblicarono nel 1985 Rum, sodomy and the Lash album della maturazione di Shane soprattutto dal punto di vista della stesura dei testi interamente dedicato agli “ultimi”, gli sbandati, gli alcolizzati e tutta la cerchia di umanità relegata in serie b ed additata come si fa con gli appestati da qualche tremenda pestilenza (rende bene, eh? :)). In questi cd i due splendidi Dirty Old Town e Waltzing Matilda, canto popolare ed antimilitarista australiano più volte proposto come inno nazionale e ripreso più avanti da Tom Waits.

Invece di cavalcare l’onda del successo i Pogues iniziarono da qui la loro parabola discendente anche in conseguenza della perenne ubriachezza di McGowan e il peggioramento del suo carattere con evidenti ripercussioni sui rapporti con il gruppo e l’addio alla band della bassista Cait O’Riordan a seguito del matrimonio, appunto, con Elvis Costello. E, dulcis in fundo, tanto per rigirare il coltello nella piaga, dopo la pubblicazione del brano The Irish Rover cantato con i Dubliners (a mio giudizio uno dei brani più belli e che rendono meglio l’atmosfera della verde Irlanda)  la Stiff Records fallì…quando si dice annus horribilis

Nel 1988, comunque, uscirà If i should fall from grace with God bellissimo album prodotto dallo stesso produttore degli U2 Steve Lillywhite e che conteneva quella Fairytale of New York che, a detta di chi vi sta scrivendo, rimane ancora la più bella ed originale canzone di Natale in cui Shane duetta con Kirsty MacColl capolavoro che dietro al sapore prettamente natalizio nasconde dei testi iper-pessimistici e disillusori.

I successivi due album (Peace and Love e Hell’s Ditch), purtroppo però, saranno gli ultimi due dei Pogues con Shane McGowan come voce solista, soprattutto come conseguenza dell’ossessivo attaccamento alla bottiglia dello stesso e della conseguente assoluta inaffidabilità dentro e fuori dal palco. Addio che avvenne nel 1991.

Per gli ultimi due cd i Pogues alterneranno vari vocalist tra i quali, udite udite, anche Joe Strummer mitico leader dei Clash. Gli album furono Waiting for Herb del 1993 e Pogue Mahone del 1995.

Più avanti le reunion del gruppo si sprecarono specialmente in concomitanza delle festività natalizie e, più o meno, vissero fino ai giorni nostri delle glorie di una carriera che, a tutt’ora dura da 25 anni la quale portò i Pogues anche nella Rock’n’roll Hall of Fame nel 2009. Le notizie sul gruppo si rincorreranno fino ai giorni nostri con tour che toccheranno anche l’Italia.

…e, annusando l’erba d’Irlanda, bevendo pinte di Guinness nei fumosi pub che puzzano di sigari e birra e ascoltando le storie dei vecchi pescatori, si passa la notte e alle prime luci dell’alba, stanchi ma felici si fa ritorno a casa con ancora in testa tanta voglia di volare con la fantasia e nei piedi e nel cuore la musica dei Pogues…

Il sito ufficiale dei Pogues

I Pogues su MySpace

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