Pubblicato in: Rock e Punk

Sex Pistols, il gruppo simbolo del punk

di Roberto Vanazzi 23 novembre 2011
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Sfrontati, strafottenti, volgari, ribelli, ma allo stesso tempo, musicalmente e culturalmente parlando, rivoluzionari: questi sono stati e sono ancora oggi i Sex Pistols. Nella seconda metà degli anni’70 il gruppo inglese, pur nella brevità della sua vita, si è fatto portavoce delle frustrazioni e del rancore dei giovani di quel periodo, diventando l’essenza del movimento punk e assurgendo al ruolo di una vera e propria icona.

Il primo nucleo di quelli che sarebbero diventati i Sex Pistols si è formato nell’estate del 1974 a Londra, quando il cantante Steve Jones, il bassista Glen Matlock, il chitarrista Wally Nightingale e il batterista Paul Cook hanno iniziato a suonare con il nome di The Strand. Matlock a quel tempo lavorava presso un negozio di abbigliamento di King’s Road chiamato Sex, di proprietà di Malcolm McLaren il quale, tornato da New York dov’era stato manager dei New York Dolls (gruppo che ha creato il glam rock), si è interessato alle vicende della neonata band. Negli States il manager era venuto a contatto con il neonato movimento punk, dai Ramones a Patti Smith, e aveva capito che qualche cosa nel mondo stava cambiando. È stato per questo che ha spinto il gruppo londinese ad abbandonare il rock targato Kinks e Rolling Stones per abbracciare il nuovo credo.

Nell’agosto 1975 Nightingale ha abbandonato la band e lo stesso McLaren ha ingaggiato John Lydon, alias Johnny Rotten, che aveva visto durante un esibizione dove scopiazzava Alice Cooper. Rotten è diventato così il cantante del gruppo, mentre Jones è stato dirottato alla chitarra. È proprio in quel momento che è cominciato il peggiore incubo della cultura inglese negli anni a venire.

Johnny Rotten

Il 6 novembre 1975 presso il St. Martin’s College Of Art, dove studiava Matlock, ha avuto luogo il primo concerto del gruppo. Dopo soli 10 minuti però, una furibonda segretaria della scuola ha staccato la corrente, e lo spettacolo è finito lì. Nella primavera dell’anno seguente i Sex Pistols sono stati banditi sia dal Marquee, dove Rotten ha distrutto alcune sedie, sia dal Nashville, in quanto i quattro hanno lasciato il palco per picchiarsi con il pubblico.

Il 17 agosto si è tenuto all’Islington’s Screen On The Green il primo raduno punk, con i Pistols a esibirsi insieme ai Clash. Il 20 e il 21 settembre numerosi ragazzi sono mobilitati per il festival punk al 100 Club in Oxford Street, fatto questo che ha decretato l’esistenza di un movimento alle spalle dei Sex Pistols. Il 3 settembre i Sex Pistols si sono esibiti per la prima volta al di fuori della madre patria, precisamente a Parigi, all’inaugurazione del Club De Chalet du Lac.

Il 16 ottobre la EMI ha messo sotto contratto la band e alla fine del mese successivo è stato immesso sul mercato il singolo Anarchy In The U.K. / I Wanna Be Me, asceso sino al numero 12 delle classifiche inglesi. A quel punto la band è emersa dall’underground diventando il fenomeno sonoro del momento e il divario tra punk e rock’n’roll ha iniziato a prendere misure sempre più grandi.

Il primo di dicembre, sempre del 1976, Rotten e soci sono stati invitati al programma televisivo Today At Six, dove hanno sconvolto la nazione con un linguaggio che a dire offensivo è come dire niente. I quotidiani britannici hanno dato peso all’evento e quindici date su venti dell’Anarchy In The U.K. Tour sono state cancellate. È stata questa la chiave di volta; a quel punto, infatti, i Sex Pistols si erano creati uno status che li ha fatti conoscere ovunque, ma d’altro canto non potevano più tornare indietro. Offese, volgarità, risse, ribellioni al sistema, facevano ormai parte di loro ancora più della musica, e tutto questo li avrebbe portati in soli due anni all’unica meta possibile: l’autodistruzione.

Sid Vicious

Il giorno dell’Epifania del 1977 la EMI ha stracciato il contrato con i Pistols e un mese più tardi Matlock è stato allontanato dalla band perché era “troppo un bravo ragazzo”, ovvero poco incline agli atteggiamenti del resto della band e alla cultura punk in generale. Il suo sostituto è stato John Simon Ritchie, in arte Sid Vicious, che aveva suonato la batteria con Siouxsie And The Banshees.

Il 10 marzo il gruppo ha firmato con la A&M e pubblicato God Save The Queen / No Feelings. A seguito di forti pressioni da parte dell’opinione pubblica, però, la casa discografica è stata costretta a rescindere il contratto dopo pochi giorni. Così a maggio i Pistols hanno raggiunto un accordo con la Virgin, la quale ha ristampato God Save The Queen lanciando il singolo verso il secondo posto delle charts, nonostante l’ostracismo del governo inglese che ha letto nel brano un attacco alla Regina.

A giugno, durante il Giubileo della stessa Elisabetta II, McLaren ha organizzato un concerto del gruppo su un battello che ha navigato lungo il Tamigi, degenerato in un’orgia e terminato con l’arresto dei quattro musicisti e dello stesso manager. Lo sdegno pubblico per l’ennesima impresa è stato enorme e i Sex Pistols sono stati banditi da tutti i locali inglesi. Così, per potersi esibire il gruppo è partito alla volta della Scandinavia. In Inghilterra, Rotten e soci hanno suonato in alcuni locali usando degli pseudonimi, per evitare la cancellazione delle date.

Terminato il tour è uscito il terzo singolo, Pretty Vacant / No Fun (quest’ultima è una cover degli Stooges) arrivato alla posizione numero sette. A fine ottobre, a dispetto di tutte le censure, è uscito il lungamente atteso album dei Sex Pistols, intitolato Never Mind The Bollocks, Here’s the Sex Pistols. Il disco, l’unico nella discografia ufficiale del gruppo, ancora prima di uscire era stato ordinato da 125.000 persone, conquistando subito il Disco d’oro e diventando una pietra miliare del punk.

Le canzoni si susseguono una dopo l’altra a ritmo vertiginoso, immediate, dirompenti, dirette al centro del bersaglio, con i testi dediti all’anarchia più sconclusionata. Ai tre singoli già citati, Anarchy In The U.K., God Save The Queen e Pretty Vacant, si aggiungono altre perle che hanno definitivamente fatto esplodere il punk nel mondo, come lo stupendo brano di apertura Holiday In The Sun, Bodies, No Feeling, la bellissima Problems, Submission, sino alla conclusiva EMI, che critica apertamente la vecchia casa discografica e termina con una bella pernacchia. Da notare che per sopperire lo scarso valore di Vicious per le linee di basso è stato richiamato Matclock.

Nel gennaio 1978, dopo numerosi rinvii, è partito il primo tour americano, dove però il gruppo ha ottenuto scarsi successi, per non dire di peggio. A Tulsa, ad esempio, i quattro si sono salvati per miracolo da un linciaggio. Il 14 gennaio, a San Francisco, i Sex Pistols si sono esibiti per l’ultima volta con la formazione originale. Cinque giorni più tardi, infatti, Rotten ha dichiarato di volere lasciare i compagni. Cancellate le date europee, Jones e Cook sono allora volati a Rio De Janeiro per incontrare Ronald Biggs, l’autore della famosa rapina al treno postale di Glasgow, e insieme hanno realizzato il brano No One Is Innocent.

Nel frattempo si era creato un contenzioso tra McLaren e Rotten per l’uso del marchio Sex Pistols. Così, dopo un’esibizione insieme a Jimmy Pursey degli Sham 69, con il nome di Sham Pistols, la band più famosa del punk si è sciolta.

A quel punto Cook e Jones hanno creato i Professionals e Rotten i P.I.L. (Public Image Limited), mentre Vicious, sempre più schiavo dell’eroina, ha continuato da solo. Il bassista ha detto addio all’Inghilterra con un concerto all’Electric Ballroom insieme ad alcuni musicisti, tra i quali Glen Matclock, quindi è partito verso gli USA con la sua compagna Nancy Spungen.

Il 12 ottobre 1978 Sid è stato arrestato per avere accoltellato a morte Nancy nella loro stanza al Chelsea Hotel. La Virgin ha pagato 50.000 dollari per la sua cauzione, ma il 2 febbraio 1979, al culmine del suo percorso autodistruttivo, il ventunenne è stato trovato morto per overdose. Le sue ceneri sono state sparse sulla tomba di Nancy. La vicenda di Vicious e della sua compagna è stata descritta da Alex Cox nel film “Sid & Nancy“, datato 1986, mentre i Ramones hanno dedicato ai due la canzone Love Kills.

A quel punto sono stati immessi sul mercato un numero incredibile di raccolte e bootleg finché, nel 1996 Rotten, Jones, Cook e Matlock si sono uniti per intraprendere il Filthy Lucre World Tour, da cui è stato tratto un Live. Come dichiarato dai quattro, e come si evince dal titolo, il tutto è stato fatto solo per soldi.

Nel 2003 i Sex Pistols hanno girato il Nord America con il Piss Off Tour, mentre nel 2006 sono stati introdotti nella Rock And Roll Hall Of Fame contro il volere dei quattro componenti, che hanno ricoperto d’insulti il comitato del museo.

Nel 2007, per il compleanno di Never Mind The Bollocks, i quattro si sono ritrovati e hanno eseguito alcune date tra Stati Uniti e Inghilterra. L’anno seguente la band ha intrapreso un tour europeo, passando anche per l’Italia, dove ha suonato all’Heineken Jammin’ Festival di Mestre e al Torino Free Festival. La reunion, però, è finita lì. L’8 aprile 2010 è scomparso l’ex manager Malcolm McLaren, sconfitto dal cancro a 64 anni.

I Sex Pistols non hanno inventato il punk, ma sono stati loro che lo hanno lanciato in orbita e modellato nella forma in cui è arrivato sino ai giorni nostri. Si può quindi tranquillamente affermare che i Pistols sono il punk, inteso come fenomeno di costume, con i suoi atteggiamenti votati al rifiuto di qualsiasi valore. Possono piacere o dare la nausea, ma se il punk è arrivato immutato sino ai giorni nostri, il merito è tutto di questi quattro ragazzi scapestrati.

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Una replica a “Sex Pistols, il gruppo simbolo del punk”

  1. maulydon ha detto:

    ho visto 3 volte i sex pistols roma 1996 londra cristal palace 2002 e venezia 2008 inoltre il 20 aprile di quest’anno a bologna ho assistito al concerto di glen matlock da cui ho avuto anche un autografo.putroppo per ricambiare la mia amica che è venuta con me a bologna venerdì devo andare a vedere i litfiba a firenze. musica inutile fatta da cialtroni direbbe johnny rotten