IL PERIODO COUNTRY-ROCK
Nel 1968 McGuinn ha rinnovato la formazione, aggiungendo alla line up il ventunenne Gram Parsons e Kevin Kelley, che ha sostituito Michael Clark, anch’esso dimissionario.
Così riorganizzato il gruppo ha registrato Sweetheart Of The Rodeo, che ha proposto un’improvvisa, quanto inaspettata svolta verso il country. La spinta è stata data dalla passione del giovane Parsons verso questo genere, una passione che alla fine ha contagiato anche gli altri e ha portato a questo lavoro, ritenuto tra i più importanti del genere. Tra i brani spiccano le cover di Bob Dylan You Ain’t Going Nowhere e Nothing Was Delivered, la tradizionale I’m A Pilgrim e, soprattutto, Hickory Wind, di Gram Parsons.
Lo stesso Parsons se n’è andato da lì a poco. Alla base dell’allontanamento pare ci sia il rifiuto di recarsi a suonare in Sudafrica. Con lui è uscito dai Byrds anche Chris Hillman. Insieme i due hanno formato il gruppo country-rock The Flying Burrito Brothers. McGuinn è stato così costretto all’ennesima rifondazione, ingaggiando Clarence White, Gene Parsons e John York. Questa formazione ha registrato Dr. Byrds & Mr. Hyde, un vero e proprio tributo a Dylan.
A quel punto Skip Battin ha sostituito York e le tensioni interne si sono per il momento acquietate, anche se ormai più che di Byrds sarebbe più giusto parlare del gruppo di McGuinn solista. I primi anni ’70 hanno visto i Byrds impegnati nel difficile recupero della popolarità perduta. Ballad Of Easy Rider, ispirato al celeberrimo film di Dennis Hopper, ha rilanciato, anche se di poco, le quotazioni del quartetto.
IL DECLINO
Untitled, sempre del 1970, è un doppio con due facciate live e due con ottimi brani da studio, come All The Things, la vivace Chesnut Mare, la ballad Just A Season e gli oltre 7 minuti di Welcome Back Home, scritta da Skip Battin, che hanno riportato il gruppo tra le grazie della critica.
Purtroppo con Byrdmaniax (1971) e Farther Along (1972), due deludenti omaggi ad un country ormai “troppo” di moda, i Byrds hanno dimostrato di non avere più idee valide per restare al passo con i tempi. Nel febbraio 1973 è arrivato così l’inevitabile addio.
Lo scioglimento era appena avvenuto che David Geffen, proprietario della Asylum Rercords, aveva già contattato McGuinn per un album di reunion con i membri originari. Questo è stato pubblicato un mese dopo la fine dell’avventura e s’intitola semplicemente Byrds.
Si tratta di un buon lavoro, anche se risulta artificioso e troppo nostalgico. Full Circle (di Clark), la malinconica Laughin (Crosby), Sweet Mary (McGuinn), la vivace Things Will Be Better (Hillman), la cover di Neil Young Cowgirl In The Sand, quella di Joni Mitchell For Free, sono tutti pezzi che si ascoltano volentieri. Purtroppo il disco non ha avuto alcun seguito e questo lo rende ancora più triste.
Il 15 luglio, sempre nel 1973, Clarence White è deceduto, travolto in un parcheggio da una donna ubriaca alla guida di un’auto.
DOPO LO SCIOGLIMENTO
McGuinn ha così abbandonato la vecchia sigla e si è dedicato ad un pregevole lavoro da solista. La fortuna maggiore, però, è toccata a David Crosby, che ha ottenuto notevole successo grazie alla partnership con Stills, Nash e Young, nelle sue varie forme a duo, trio e quartetto.
Negli anni ’80 ci sono state delle brevi reunion, per concerti o esibizioni, ma niente che facesse pensare ad una rinascita del gruppo.
Il 24 maggio 1991 è morto Gene Clark, padre fondatore dei Byrds, dopo anni di abusi di alcool. Personaggio schivo e anima poetica del gruppo, aveva abbandonato la band a causa della sua paura di volare.
Nel 2000 è arrivato nei negozi il disco Live at the Fillmore – February 1969, un concerto registrato il 7 e l’8 Febbraio del 1969.
Il 6 aprile 2002 se n’è andato per cause naturali Kevin Kelley, che aveva suonato la batteria su Sweetheart Of The Rodeo. Il 6 luglio dell’anno seguente è stato Skip Battin a lasciarci. Il bassista soffriva da tempo del morbo di Alzheimer.
Nel 2006 la Columbia Records ha pubblicato There Is A Season, un cofanetto nel quale sono ripercorse le tappe fondamentali della carriera del gruppo.
L’ultima pagina della storia dei Byrds porta la data 2008, quando Roger McGuinn ha scoperto in casa propria il demo del concerto tenutosi al Royal Albert Hall di Londra nel 1971. Dopo avere rimasterizzato i brani, è uscito il CD Live At Royal Alber Hall 1971.
È difficile misurare l’importanza dei Byrds basandosi solamente sulla loro produzione musicale: il valore della loro opera va ben oltre i dischi incisi e l’influenza che hanno esercitato si dilata nel tempo. Persino i Beatles hanno intinto non poco dalle loro idee. E questo la dice lunga.