I Clash sono nati in Inghilterra nel 1975, dalla fusione di due band underground: i London SS e i 101’ers. Questi ultimi erano capitanati da John Mellor, alias Joe Strummer, figlio dell’ambasciatore britannico in Turchia, e godevano di un discreto seguito nel neonato mondo del punk, tant’è che un paio di volte hanno suonato dal vivo come headliners, facendo aprire i loro concerti dai meno noti Sex Pistols.
Anche i London SS all’epoca erano conosciuti e sono diventati famosi, più che altro, perchè nella loro line up hanno sfilato i più bei nomi della nuova scena musicale inglese, fra i quali il chitarrista e cantante Mick Jones,, il bassista Paul Simonon e il batterista Tory Crimes.
Questi tre si sono uniti a Strummer e al chitarrista Keith Levine, il quale però, dopo soli cinque concerti, ha lasciato i compagni per unirsi ai P.I.L. dell’ex Pistols, Johnny Rotten.
Dopo avere cambiato il nome da Heartdrops in Clash, il 29 agosto 1976 il nuovo gruppo è salito per la prima volta sul palco per l’inaugurazione del Punk Rock Festival, insieme a Siouxsie and the Banshees, Subway Sect e Sex Pistols, seguendo poi questi ultimi nelle poche date effettuate per l’Anarchy In The U.K. Tour, prima che fosse cancellato.
Nel marzo del 1977 è stato dato alle stampe il primo singolo dal titolo White Riot, un brano ispirato agli scontri dell’anno precedente fra la polizia inglese e i giovani coloured di Notting Hill.
Fin dall’esordio i Clash hanno dimostrato di essere la band decisamente più conforme all’anima politica del punk, di certo meglio del caotico anarchismo dei Pistols e dell’indolente menefreghismo di atri gruppi.
Un mese più tardi è uscito il loro primo album omonimo, che si è posizionato al numero 12 della classifica d’oltremanica, spinto da brani rabbiosi e politicizzati quali la stessa White Riot, Remote Control, Clash City Rockers, Janie Jones, London Burning e la splendida I Fought The Law (quest’ultima, però, solo nell’edizione americana)
La rivista inglese Sound ha eletto Clash “miglior disco della storia del rock”.
Immediatamente dopo Crimes ha lasciato il gruppo, sostituito da Nicky “Topper” Headon, anch’egli, a suo tempo, membro dei London SS.
A maggio, durante l’ultima data del White Riot Tour, al Rainbow di Londra, il pubblico in delirio ha distrutto completamente il locale.
Nel 1978, nonostante alcune incomprensioni fra il gruppo ed il loro produttore Sandy Pearlman, è arrivato sugli scaffali Give ‘Em Enough Rope.
L’album, che presenta un suono meno d’impatto rispetto al predecessore, ma molto più curato, in madre patria è arrivato al secondo posto delle classifiche, forte di canzoni come English Civil War, Safe European Home, Last Gang In Town e, soprattutto, Tommy Gun.
Viste le scarse vendite negli States però, i Clash hanno lanciato il Pearl Harbor Tour. A quel punto, anche al di là dell’Atlantico l’immagine della band ha iniziato a decollare.
Il secondo tour in terra americana, il Take The Fifth Tour, del 1979, ha segnato invece il punto di partenza per il periodo più maturo dei Clash, i quali, in meno di un anno, hanno registrato materiale per ben cinque album.
Sempre nel ’79 è stato dato alle stampe il doppio London Calling, un disco che mostra un gruppo più consapevole dei propri mezzi e che ha rotto la struttura prettamente punk dei primi lavori con l’introduzione di nuovi generi quali il reggae e il rockabilly.
La title track è stupenda, ma a ruota seguono Brand New Cadillac, Spanish Bomb, Death Or Glory, Lover’s Rock, Train Vain, Clampdown e la reaggeggiante Revolution Rock.
Nello stesso periodo il gruppo ha suonato per la prima volta nel nostro Paese, tenendo un concerto gratuito a Bologna.
Il nuovo decennio è iniziato addirittura con un triplo LP, Sandinista, infarcito da un sound tutto nuovo, che ha portato loro popolarità anche al di fuori del punk. Infatti, grazie ad una lunga permanenza negli Stati Uniti, i quattro erano venuti a contatto con ritmi funky, ballabili e sintetizzati, che fanno bella mostra nei due nuovi singoli, The Magnificent Seven e This Is Radio Clash, con i quali il gruppo è riuscito ad entrare anche nelle discoteche di tutto il mondo.
Di Sandinista le mie preferite sono la frizzante Police On My Back, Somebody Got Murdered, The Washington Bullets e l’immediata The Leader.
Il 1982 è stato l’anno di Combat Rock, diventato famoso per Should I Stay Or Should I Go e Rock The Casbah. Il lavoro, che è stato certificato di Platino negli States, ha visto un ritorno ad un suono più orecchiabile, con una miscela di funky, rock’n’roll, reggae e, naturalmente, punk.
Altri brani cardine, oltre ai due di cui sopra, sono senza dubbio Know Your Right, Red Angel Dragnet, con tanto di citazioni tratte dal film Taxi Driver, e Car Jamming.
Purtroppo Combat Rock ha portato in seno al gruppo anche alcuni dissapori. Prima è stato Strummer a sparire dalla circolazione per alcuni mesi, poi, una volta che il cantante è tornato alla base, se n’è andato Headon, ufficialmente per dissidi con lo stesso Strummer, in realtà per problemi di droga. Al suo posto è tornato dietro le pelli il primo batterista del gruppo, Tory Crimes.
Nel 1983 Strummer e Jones sono venuti ai ferri corti e si sono separati, lanciandosi accuse reciproche. Così, mentre Jones formava i Big Audio Dynamite, Strummer e Simonon hanno allestito una formazione d’emergenza con due nuovi chitarristi, Nick Sheppard e Vince White, per affrontare gli impegni presi.
Un paio di anni più tardi i nuovi Clash hanno registrato Cut The Crap, un lavoro fallimentare, del quale lo stesso Strummer ha rifiutato la paternità.
Negli anni successivi Joe Strummer si è dato da fare come autore di colonne sonore, una delle quali è presente in “Sid & Nancy”, film che racconta la tragica storia di Sid Vicious e Nancy Spungen, e anche come attore, recitando in un paio di pellicole.
Nel frattempo i Big Audio Dynamite raccoglievano discreti successi e Jones, in seguito, ha avuto modo di riallacciare i rapporti anche con i suoi vecchi compagni, compreso lo stesso Strummer, che ha co-prodotto il loro secondo LP, alimentando le voci di una possibile reunion dei Clash, che non c’è mai stata.
Nel 1991 Strummer ha sostituito Shane McGowan come cantante dei Pogues in alcune date della loro tournée.
Infine, dopo avere creato un gruppo chiamato Mescaleros e avere registrato un paio di buoni album, il 22 dicembre del 2002, Joe è deceduto per un attacco cardiaco, all’età di 50 anni.